lunedì 28 settembre 2015

Top 100 FILM da vedere (dal n. 76 al n. 74)



76. Pulp fiction (1994) di Quentin Tarantino

Forse si parla un po’ troppo di Tarantino, ma questa miscela esplosiva di violenza e black humour è indubbiamente un capolavoro a 360 gradi; lo scompaginamento temporale è una trovata registica divertente, come irresistibili sono i dialoghi infarciti di minchiate tra Vincent e Jules, il twist di Travolta e la Thurman, la scenetta grottesca del colpo di pistola accidentale in auto. Tra i tanti personaggi, trovo personalmente tenerissima l'ingenua Fabienne (Maria de Medeiros). La colonna sonora è obiettivamente stratosferica. Questo film si rivede volentieri, un pulp davvero cazzutissimo che ha lasciato il segno nel cinema anni '90.



75. Nosferatu, il principe della notte (1978) di Werner Herzog.

Una straziante opera gotica, un canto notturno ricco d'atmosfera che dalle impervie montagne di Varna approda alle austere guglie di Wismar. Il Nosferatu di Herzog è pura poesia, inserirlo nel minestrone degli horror sarebbe un insulto alla sua bellezza; come il vampiro Dracula, è una pellicola condannata all'eternità, che soffre la luce e si nutre del pallore virgineo di spettatori non ancora inquinati dalle esplosioni emostatiche del trash contemporaneo. Klaus Kinski è un Principe della Notte inarrivabile, forse nemmeno il suo antesignano Max Schreck riuscì a toccare questo livello artistico. Molto bravi Ganz e la stupenda giovane Adjani, che riesce a trasmettere carica erotica perfino nel suo concedersi alla morte per dissanguamento. La regia di Herzog è ispirata ed emozionante, le inquadrature serotine della Transilvania sono gemme di malinconia. Il vero orrore del film resta il tappeto di ratti nella banchina del porto.



74. 127 ore (2010) di Danny Boyle

C'è una certa brutale poesia nel vedere James Franco, coltellino in mano, scalpellare inutilmente la roccia mentre in sottofondo parte quasi beffardamente Lovely day di Bill Withers. C'è una brutale poesia perfino nella scena madre, dove il rosso cupo regna sovrano. Un film magnetico, dove non vedi l'ora che finiscano gli intervalli delle allucinazioni per tornare nelle profondità del buco, e vedere cosa farà ora questo pazzoide di un Aron Ralston alle prese con quel "cazzo di masso" (cit.)

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