'Per
me si va nella città dolente...
L'insegna al vestibolo dell'Inferno è minacciosa e di colore scuro, Dante spaurito come un gattino bagnato non ne afferra il senso. Virgilio non manca di rimarcargli – seconda volta, un po' carogna – la viltà, ma stavolta gli raccomanda di lasciarla lì (morta), prendendogli molto affettuosamente la mano per condurlo dentro a le segrete cose. E qui le orecchie di Dante iniziano a sentire sospiri, pianti e alti guai che caratterizzeranno tutto l'inferno; le prime anime dannate sono quelle degli ignavi, coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
L'insegna al vestibolo dell'Inferno è minacciosa e di colore scuro, Dante spaurito come un gattino bagnato non ne afferra il senso. Virgilio non manca di rimarcargli – seconda volta, un po' carogna – la viltà, ma stavolta gli raccomanda di lasciarla lì (morta), prendendogli molto affettuosamente la mano per condurlo dentro a le segrete cose. E qui le orecchie di Dante iniziano a sentire sospiri, pianti e alti guai che caratterizzeranno tutto l'inferno; le prime anime dannate sono quelle degli ignavi, coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo.
Qui,
permettete, la prendo un po' larga.
Avete
presente quando in una conversazione chiedi: "Che musica
ascolti?" e la risposta è vaga, del tipo: "Boh, un po' di
tutto. Ascolto la radio".
Che
film ti piacciono? "Boh, vedo un po' di tutto".
Cosa
leggi? "Boh, un po' tutto".
Che
cibo ti piace? "Boh, mangio un po' di tutto".
Cosa
voti? "Boh, tanto è tutto un magna magna".
Eccoli
gli ignavi. A volte manco la squadra del cuore, hanno.
Nè
caldi nè freddi. Tiepidi.
"Salvami
dal colore grigio dell'uomo adulto" per dirla con il verso di una bellissima poesia di David Turoldo...
Oh
ignavo, redimiti finchè sei in tempo! Prendi posizione, una buona
volta. Non è che dimostri intelligenza stando dietro alla siepe del
tuo sopracciglio alzato - "Tanto è tutto uguale. A me non la
fanno" – non è che lanciando battutine al vetriolo dal tuo
cantuccio dimostri sta gran sagacia. Non è che dando ragione a tutti
avrai la stima di tutti, nè vedendo il complotto dappertutto ti
assumeranno alla CIA. Discerni. Distingui. Esponiti.
E
fatti una sana figura di merda ogni tanto, che fa bene e
irrobustisce.
Frattanto,
sulla riva del mitico Acheronte, la folla dei crocieristi spinge e si
accalca come a un buffet matrimoniale.
Giunge
il vecchio Caronte, sempre incazzato come una bestia, per portarli
alla infernale gita e non manca di rimbrottare e scoraggiare il
povero Dante.
Virgilio,
sempre inossidabile, lo stronca da par suo: "Caron non ti
crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più
non dimandare". Fantastico. Sembra di assistere a una scena
tra due vecchi colleghi che parlano dell'affiancamento del nuovo
assunto: "Senti, non venirlo a dire a me! Hanno deciso come al
solito i capi, le solite cose calate dall'alto!"
L'affollamento
di anime è a onor del vero piuttosto inquietante. Oh, questi non hanno più scampo. Forever and ever. Game over. Per un illustre commentatore qui
Dante "ha tinti i pennelli nell'ira di Dio".
Una
visione così forte non poteva concludersi facilmente.
Bisognava chiosare con un bel terremoto e un opportuno svenimento; e così ecco i pochi versi finali, pulsanti di una visione febbrile, prima d'entrare nell'inferno vero e proprio...
Finito
questo, la buia campagna
tremò sì forte, che de lo spavento
la mente di sudore ancor mi bagna.
tremò sì forte, che de lo spavento
la mente di sudore ancor mi bagna.
La
terra lagrimosa diede vento,
che balenò una luce vermiglia
la qual mi vinse ciascun sentimento;
che balenò una luce vermiglia
la qual mi vinse ciascun sentimento;
Nessun commento:
Posta un commento