31. Quasi famosi (2000) di Cameron Crowe
Un Crowe davvero ispirato ha colto pienamente lo spirito degli anni
crepuscolari del rock in una commedia divertente e coloratissima. Kate Hudson
è un angelo in stato di grazia; impossibile non intenerirsi del suo personaggio,
riesce a trasmettere dolcezza perfino mentre sta vomitando nella vasca da bagno
sulle note di My cherie amour. Ottimo Seymour Hoffman nei panni di Lester
Bangs, ogni sua battuta sarebbe da incorniciare. Eccezionale Frances McDormand
nei panni di una madre che non è la classica "casalinga in grembiule":
paranoica ma in fondo dolce, aggressiva quando ce n'è bisogno, con i figli ne
sbaglia una dietro l'altra, donna di cultura (insegnante) ma con un forte tabù
sul mondo rock e le sue degenerazioni che la spingono ad essere ridicola. Fugace
la meteora di Patrick Fugit, nei panni del giovane giornalista rock, ad oggi più
o meno non pervenuto nello star system.
30. The Departed (2006) di Martin Scorsese
Una storia di infiltrati che va
stratificandosi, e ad ogni strato lo spettatore prende una posizione diversa
sullo stesso personaggio: "E' dei buoni? O è dei cattivi?".
Fino ad un finale ricco di colpi di scena (e di revolver).
Il cinema contemporaneo, lo sappiamo, ha ormai da tempo abdicato alla netta e disneyana divisione tra hero e villain, e nell'ampio registro di queste sfumature si inserisce come un meccanismo ad orologeria questa suprema opera di Scorsese. Una perfetta combinazione di azione ed intreccio, la trama fila dritta come un treno e l'adrenalina è costantemente a mille. La tracklist dei commenti musicali, come in generale tutto il gioco dei suoni è una goduria; il montaggio è davvero da Oscar, ogni tessera del mosaico è un colpo di genio.
Jack Nicholson e Di Caprio spaccano di brutto. Scorsese è una garanzia.
Il cinema contemporaneo, lo sappiamo, ha ormai da tempo abdicato alla netta e disneyana divisione tra hero e villain, e nell'ampio registro di queste sfumature si inserisce come un meccanismo ad orologeria questa suprema opera di Scorsese. Una perfetta combinazione di azione ed intreccio, la trama fila dritta come un treno e l'adrenalina è costantemente a mille. La tracklist dei commenti musicali, come in generale tutto il gioco dei suoni è una goduria; il montaggio è davvero da Oscar, ogni tessera del mosaico è un colpo di genio.
Jack Nicholson e Di Caprio spaccano di brutto. Scorsese è una garanzia.
29. Insider – Dentro la verità (1999) di Michael Mann
Stupendo film che scruta i
meccanismi del giornalismo d'inchiesta con le tinte fosche del thriller
psicologico, seguendo il solco del Quinto Potere di Lumet. Mann è un
eccezionale narratore ma allo stesso tempo un esteta della settima arte; la sua
peculiarità sta nel dare a un racconto essenziale e sincopato scenari di gran
magnetismo, un laboratorio continuo di luce e colore, cercando sempre un
leggero contrasto di originalità, dalle angolature della camera ai sottofondi
musicali. Al Pacino qui è semplicemente immenso. Il suo reporter Lowell Bergman
manda in frantumi i pixel dello schermo, non si può contenere nei canoni di una
interpretazione; i suoi occhi sono puro cinema, la sua voce è puro cinema
(dategli ogni tanto la grazia di potervi parlare senza doppiaggio), tutto parla
di un uomo, non di un attore alle prese con la sua parte. Praticamente un
miracolo di transustanziazione cinematografica. Grandiosi anche Christopher
Plummer, che ha la difficoltà in più di un ruolo ambiguo, e il paranoico Russel
Crowe, la cui carriera nel mainstream non gli ha impedito di dimostrare che con
il cinema di classe ci sa fare.
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