Attori: Douglas Fairbanks
Scenografie: William Cameron Menzies
Costumi: Mitchell Leisen
In questa setosa pellicola, l'occhio viene sedotto dalle fascinose nuances che 'catalogano' le
sequenze: giallo seppia o rosa per differenziare gli
interni, un giallo più marcato per il deserto, l'intenso blu della notte, il verdastro limaccioso degli abissi. Si tratta del cosiddetto viraggio fotografico, operazione chimica che consente di "virare" appunto il colore dal classico bianco-nero ad altre tonalità mediante la combinazione tra l'argento metallico e altre sostanze coloranti. Al di là di questo trucchetto cromatico, comunque, l'effetto visivo più straordinario deriva dagli stravaganti e sfarzosi costumi di Mitchell Leisen oltre che dalle favolose
scenografie di William Cameron Menzies, vero trionfo di legno, tessuti,
gesso e cartapesta tra architetture esotiche, antri, vicoli, giardini
e profondità del mare.
Certo gli effetti speciali dell'epoca fanno sorridere, se confrontati con le tecniche digitali moderne. Ma la battaglia subacquea contro un
improbabile ragno gigante degli abissi, o il vortice dell'invisibilità con cui il baldanzoso Fairbanks strappa la bella dalle grinfie del villain hanno qualcosa di poetico, non possono lasciar indifferenti i visionari sognatori di vecchio stampo.
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